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ven. Rachelina Ambrosini, di Venticano (AV)
a cura di Sergio Pacillo
(1^ stesura: 14/08/2012)
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da Google Maps: Campanarello, fraz. Venticano (AV), casa natale della ven. Rachelina Ambrosini
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   Nacque nell’anno 1925 a Campanarello, frazione del comune di Venticano in provincia d’Avellino e diocesi di Benevento, figlia unica del dottor Alberto Ambrosini, stimatissimo medico del paese, e di Filomena Sordillo, che vollero darle i nomi di Adriana, Rachelina, Anna. Dotata d’intelligenza perspicace (a quattro anni già si cimentava nella lettura delle riviste mediche del padre), fin dall’infanzia ebbe dal Signore il dono dell’intuizione santificante e delle sacre rivelazioni, tra cui quella di s. Antonio, il quale, quando fu colpita dal morbillo, le annunziò che sarebbe presto guarita ma che sarebbe andato a riprenderla a quindici anni.[1]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo il primo anno di studi presso il Ginnasio di Dentecane, che superò con impeccabile impegno, su consiglio dello zio Leonardo, canonico della Basilica di S. Nicola in Bari, fu iscritta all’istituto “Orazio Flacco” di Bari, che raggiunse il 18 ottobre 1936, in compagnia dei genitori. Dopo il primo corso di studi, interrotto, ma superato brillantemente, a causa di qualche brutta malattia dalla quale si ritenne guarita per intervento di s. Nicola, fu iscritta al Collegio romano della beata Cabrini, retto dalle Missionarie del Sacro Cuore. L’intento era quello di continuare gli studi in Giurisprudenza, ma i suoi veri grandi amori erano rivolti a Gesù Eucaristico, che riceveva quasi tutte le mattine, e alla Madonna, che invocava spesso per rimanere “umile e casta”. Una sua compagna raccontò che una mattina che Rachelina non aveva potuto ricevere la Santa Comunione, se la vide venire incontro e con un inconsueto gesto le baciò la guancia, giustificandosi: “Porti nel cuore Gesù”. In uno dei bigliettini che spesso indirizzava a Gesù, probabilmente rivolta a se stessa, scrisse: “Mortifica gli occhi che sono le finestre dell’anima”. [2]

Trovava irrinunciabile vivere la sua breve esperienza terrena votata alla santità, nella direzione dell’insegnamento evangelico e nella perseveranza delle funzioni religiose. Ad una zia che, tentando di convincerla, le disse che sarebbe stata “bella cosa” imparare a ballare, per completare l’educazione che si addiceva ad una signorina di buona famiglia, ebbe a rispondere: “Bello invece deve essere morire”. [3]

E così, dopo una lunga e strana malattia, che i medici forse sottovalutarono, Gesù andò a prenderla per preservarla alla vita del mondo ed accompagnarla alla felicità eterna. Era il 10 marzo dell’anno 1941. Venti giorni prima, nell’infermeria del Collegio, aveva detto a Madre Albina: “Madre, non soffra per me, tanto fra venti giorni starò benissimo”. [4]

Quel giorno, la popolazione di Campanarello, invece che a tavola, era riunita in Chiesa ad implorare il buon Dio per lei che in quel momento, nella stanza n. 4 della Clinica delle Figlie della Sapienza di Roma, si andava lentamente spegnendo. A porte e finestre chiuse, un uccellino volteggiò sui fedeli, dirigendosi dritto verso l’altare. Qualcuno pensò al volo dell’anima di Rachelina verso il Cielo. Erano le 13.30. Quando poi arrivò la notizia che la morte era giunta proprio in quell’ora, la gente si convinse che quel volo era stato veramente un segno del Cielo. [5]

Il 10 maggio 2012 è stato promulgato il Decreto che la dichiara Venerabile. [6]

Fino ad oggi molte sono le grazie e i fatti straordinari a lei attribuite. Ultimamente si annovera il caso della guarigione di un architetto, che sarebbe stato guarito da un cancro alla lingua con metastasi diffusa proprio grazie all’intercessione della  nostra Rachelina. [7]

In virtù di questi accadimenti straordinari presso il Tribunale ecclesiastico è in corso il processo per la causa di canonizzazione. [8]

Il suo corpo riposa dal settembre del 1958 nella Chiesa Badiale di Santa Maria e Sant’Alessio in Venticano, alla destra dell’altare. [9]

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


[1] Felici I, op. cit., p. 18, 19, 22, 26 e 27; Tempi Nuovi, periodico cit., anno V, n. 2, febbraio 2001, p. 14.

 Al tempo di Rachelina Ambrosini la frazione di Campanarello era inserita nel comune di Pietradefusi (AV).

[2] Felici I, op. cit., p. 36, 42, 58, 59, 64, 86, 97 e 98.

[3] Felici I, op. cit., p. 152; Tempi Nuovi, periodico cit., anno V, n. 2, febbraio 2001, p. 14.

[4] Felici I, op. cit., p. 172 e 173; Tempi Nuovi,periodico cit., anno V, n. 2, febbraio 2001, p. 14.

[5] Felici I, op. cit., pp. 11-13.

[8] http://www.santiebeati.it/dettaglio/9169;

     Tempi Nuovi, periodico cit., anno V, n. 2, febbraio 2001, p. 14.

 

s. Pompilio Maria Pirrotti (1710/1766)

da Youtube: Una vita per il cielo: Rachelina Ambrosini
CENNI STORICI SU VENTICANO

Il più antico documento su Venticano risale all’880, allorquando il duca di Benevento Radelchi II concesse al monastero benedettino di S. Sofia i beni già posseduti da un tal Leopardo nella località “Collina”, e quelli di un tal altro Gualdrando, posti in località Venticano.
Nel 1350, secondo la bolla di Papa Clemente VI del 1350, Venticano faceva parte del territorio di Benevento.
Durante le guerre tra Angioini e Aragonesi, il casale di Venticano fu ceduto all’abate di Montevergine in cambio di altre terre.
In seguito, Venticano fu devastato e distrutto nel 1528.
Fu proprietà dei Caracciolo e, poi, fu alienato a favore del Monte della Misericordia di Napoli.
Successivamente, Venticano venne concesso in commenda al Cardinale Cesare Baronio, il quale riuscì a fornigli nuovi impulsi.
Nel 1799 fu distrutto per mano dei francesi, capitanati dal generale Championnet: di Venticano rimasero in piedi solo la chiesa ed il suo campanile e per tale motivo la località prese il nome di Campanarello.
Dopo una breve parentesi, il vecchio nome Venticano tornò in auge. tanto che 1948 venne eretto con denominazione Venticano il Comune autonomo, facendo confluire in esso le frazioni di Campanarello, Calore e Castello del Lago, e staccandovi definitivamente il comune di Pietradefusi, al quale era fuso nel Medioevo per difendersi dai nemici esterni e per formare un'entità apprezzabile.


da Youtube::VENTICANO -
documentario storico/religioso
PREGHIERA
PER LA BEATIFICAZIONE 
DELLA VENERABILE 
RACHELINA AMBROSINI
 

O Santissima Trinità,

Ti ringraziamo

per aver donato alla Chiesa

la ven. Rachelina Ambrosini

e per aver fatto risplendere in lei

la tenerezza dell'amore di Cristo.

Concedici,

per sua intercessione,

e secondo la Tua volontà,

la grazia che imploriamo,

(si chiede la grazia)

nella speranza

che ella sia presto annoverata

nel numero dei tuoi santi.

Amen.

(Padre nostro, Ave, Gloria)
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Venticano, Chiesa di S, Maria e Sant'Alessio. Visualizzazione ingrandita della mappa