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b. Giacomo da Viterbo, arcivescovo di Benevento
a cura di Sergio Pacillo
(1^ stesura: 04/09/2011)
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da Wikipedia: Viterbo, palazzo dei papi
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   Nacque a Viterbo tra il 1255 ed il 1256, forse discendente della nobile famiglia Capocci, ricca di cardinali e papi.[1]

   Non ancora ventenne, nel 1272 vestì l’abito degli Eremitani di S. Agostino nel convento viterbese della Santissima Trinità degli Eremitani di Sant'Agostino.[2]

   Nel 1274 fu inviato a studiare a Parigi, dove insieme a Egidio Colonna seguì le lezioni di fra’ Egidio Romano, maestro ufficiale della scuola teologica agostiniana. Rientrato in Italia nel 1281, ricoprì più volte, tra il 1281 ed il 1286 e su indicazione dello stesso fra’ Egidio, le cariche di Definitore e Visitatore nella Provincia Romana del suo ordine.[3]

   Ritornò a Parigi nel 1286 insieme a Egidio Romano per terminare gli studi, divenendo baccelliere nel 1287 (1288) e maestro di teologia nel 1293.[4]

   Nominato priore generale degli Eremitani di S. Agostino nell’anno 1299, dopo diverse vicissitudini, nel 1300 passò a Napoli ad insegnare teologia per due anni, presso lo Studium fondato a Napoli dagli agostiniani, con l’incarico di Primus Lector, cioè Direttore dell'insegnamento, presso lo Studium, meritando il titolo di doctor speculativus, così come già era stato chiamato a Parigi dai suoi contemporanei.[5]

   Aveva da poco scritto il trattato di teocrazia papale De Regimine Christiano, in occasione della lotta tra Bonifacio e Filippo il Bello, con il quale riprendeva le tesi della bolla pontificia Unam Sanctam, difendendo il diritto del papato ad esercitare il potere temporale, quando il 3 settembre del 1302, su istanza di Carlo II d’Angiò, fu nominato arcivescovo di Benevento.[6]

   Governò la diocesi sannita poco più di un anno ed ebbe appena il tempo  di disporre la costruzione della chiesa e del convento di sant’Agostino nei pressi dell’Arco di Traiano. che oggi costituiscono un polo dell'Università degli Studi del Sannio.[7]

   Il 12 dicembre 1303 venne traslato a Napoli, dove, stimato ed aiutato da Carlo e Roberto d’Angiò, si prodigò nella costruzione della nuova cattedrale. Il 13 maggio 1306 il papa Clemente V gli affidò la causa di beatificazione di Celestino V, per istruire la quale ascoltò non meno di trecento testimoni, tra Campania ed Abruzzo.[8]

  Terminò i suoi giorni a Napoli in un giorno imprecisato tra la fine del 1307 e l’inizio del 1308, in odore di santità, ma il suo culto, benché avviato prontamente dai Napoletani a solo qualche anno di distanza dalla sua morte, fu confermato ab immemorabili soltanto nel 1911, il 14 giugno dal papa Pio X.[9]

    Non è noto il luogo della sua sepoltura.

   Del nostro doctor graciosus speculativus ci sono rimaste l’Abbreviatio Sententiarum Aegidii, il De praedicamentis divinis e la Lectura super 4 libros Sententiarum, le Quaestiones disputatae de praedicamentis in divinis, collocabili tra il 1293 ed il 1295 e la Summa de peccatorum distinctione, scritta tra il 1300 ed il 1306. [10]

   Viene festeggiato il 4 giugno.

   
 

[2] Saccarello R.,   op. cit., p. 10;

     http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_da_Viterbo 

[4] Saccarello R.,   op. cit., p. 16;

     http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_da_Viterbo 

[5] B. S., op. cit., vol. VI, cll. 425; Ciarlanti G. V., op. cit., p. 164;.Grassi F., I Pastori della Cattedra Beneventana, op. cit., p. 94; Sarnelli P., op. cit., p. 120; Saccarello R.,   op. cit., p. 17;   http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_da_Viterbo 

[6] Arcidiocesi di Benevento, op. cit., p. 51; B. S., op. cit., vol. VI, cll. 425; Ciarlanti G. V., op. cit., p. 164;.Grassi F., I Pastori della Cattedra Beneventana, op. cit., p. 94; Sarnelli P., op. cit., p. 120. Treccani, op. cit., vol. V, p. 342, voce Giacomo da Viterbo, beato;

   http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_da_Viterbo

   http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/monaci/teologi/viterbo.html  

[7] Arcidiocesi di Benevento, op. cit., p. 51; B. S., op. cit., vol. VI, cll. 425; Ciarlanti G. V., op. cit., p. 164;.Grassi F., I Pastori della Cattedra Beneventana, op. cit., p. 94; Sarnelli P., op. cit., p. 120. Treccani, op. cit., vol. V, p. 342, voce Giacomo da Viterbo, beato;

    http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_da_Viterbo;

   http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Sant'Agostino_(Benevento) 

[8] Arcidiocesi di Benevento, op. cit., p. 51; B. S., op. cit., vol. VI, cll. 425; Ciarlanti G. V., op. cit., p. 164;.Grassi F., I Pastori della Cattedra Beneventana, op. cit., p. 94; Sarnelli P., op. cit., p. 120. Treccani, op. cit., vol. V, p. 342, voce Giacomo da Viterbo, beato;

    http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_da_Viterbo;

[9] B. S., op. cit., vol. VI, cl. 425; Grasso F., I Pastori della Cattedra Beneventana, op. cit., p. 94;

   http://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_da_Viterbo

   http://www.cassiciaco.it/navigazione/news/2011/giacomo_da_viterbo.html (qui si cita il mese di febbraio del 1308 come data probabile della sua morte)

[10] B. S., op. cit., vol. VI, cll. 425; Ciarlanti G. V., op. cit., p. 164;.Grassi F., I Pastori della Cattedra Beneventana, op. cit., p. 94; Sarnelli P., op. cit., p. 120. Treccani, op. cit., vol. V, p. 342, voce Giacomo da Viterbo, beato

  

b. Giacomo da Viterbo (1255/1308)

ACCADDE A VITERBO…

 

L'episodio che attira l'attenzione su Viterbo del XIII secolo è l'elezione del successore di Clemente IV (1195? -1268).

I cardinali preposti all’elezione erano riuniti inutilmente da quasi 20 mesi, quando il popolo viterbese, sdegnato, sotto la guida del Capitano Raniero Gatti, decise di chiudere a chiave i cardinali nella sala dell'elezione (clausi cum clave), nutrirli a pane e acqua e scoperchiare il tetto dell’abitazione, lasciandoli esposti alle intemperie fino a quando non avessero eletto il nuovo Papa.

Alla fine, i cardinali fecero cadere la loro scelta su Tedaldo Visconti, arcidiacono di Liegi, non ancora prete, che  in quei giorni si trovava in Terra Santa. Il nuovo papa prese il nome di Gregorio X (1272) e, vista l’efficacia della "clausura", stabilì che anche le future elezioni papali avvenissero in una sede chiusa a chiave, secondo le ancora attuali regole del Conclave.

Nel 1281, accadde ancora che, sei mesi dopo la morte di Papa Niccolò III, Carlo d'Angiò intervenne, anche se indirettamente, nell’ultimo conclave di Viterbo, facendo imprigionare dai cittadini i due più influenti cardinali italiani che si opponevano alla fazione francese, per favorire così l’elezione di Simon de Brion, il quale, dopo aver preso il nome di Martino IV, si affrettò a lasciare Viterbo in fretta e furia con tutta la corte pontificia.

Si chiuse così il periodo aureo di Viterbo, che con la presenza della curia pontificia aveva vissuto un periodo di grande splendore sia economico che architettonico.


da Youtube: La città di Viterbo


da Youtube:
Documentario su Benevento parte 1/3
PREGHIERA
PER LA SANTIFICAZIONE 
del B. GIACOMO DA VITERBO
 
Gesù, divino Redentore,
degnaTi di glorificare in terra
 il B. Giacomo da Viterbo, il quale,
da pastore zelantissimo
 e di profonda umiltà,
donò tutto se stesso
per le anime delle arcidiocesi
di Benevento e Napoli,
a lui affidatte.
Per sua intercessione,
 concedici la grazia
di cui abbiamo tanto bisogno.
(si chiede la grazia)
Per i meriti della gloriosa
Vergine Maria,
Madre nostra santissima. Amen.
(Padre nostro, Ave, Gloria)
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