Dopo il primo
anno di studi presso il Ginnasio di Dentecane, che superò con impeccabile impegno, su consiglio dello zio Leonardo, canonico della
Basilica di S. Nicola in Bari, fu iscritta all’istituto “Orazio Flacco” di Bari, che raggiunse il 18 ottobre 1936, in compagnia dei
genitori. Dopo il primo corso di studi, interrotto, ma superato brillantemente, a causa di qualche brutta malattia dalla quale si
ritenne guarita per intervento di s. Nicola, fu iscritta al Collegio romano della beata Cabrini, retto dalle Missionarie del Sacro
Cuore. L’intento era quello di continuare gli studi in Giurisprudenza, ma i suoi veri grandi amori erano rivolti a Gesù Eucaristico,
che riceveva quasi tutte le mattine, e alla Madonna, che invocava spesso per rimanere “umile e casta”. Una sua compagna raccontò che
una mattina che Rachelina non aveva potuto ricevere la Santa Comunione, se la vide venire incontro e con un inconsueto gesto le baciò
la guancia, giustificandosi: “Porti nel cuore Gesù”. In uno dei bigliettini che spesso indirizzava a Gesù, probabilmente rivolta a
se stessa, scrisse: “Mortifica gli occhi che sono le finestre dell’anima”. [2]
Trovava irrinunciabile vivere la sua breve esperienza
terrena votata alla santità, nella direzione dell’insegnamento evangelico e nella perseveranza delle funzioni religiose. Ad una zia
che, tentando di convincerla, le disse che sarebbe stata “bella cosa” imparare a ballare, per completare l’educazione che si addiceva
ad una signorina di buona famiglia, ebbe a rispondere: “Bello invece deve essere morire”. [3]
E così, dopo una lunga e strana malattia,
che i medici forse sottovalutarono, Gesù andò a prenderla per preservarla alla vita del mondo ed accompagnarla alla felicità eterna.
Era il 10 marzo dell’anno 1941. Venti giorni prima, nell’infermeria del Collegio, aveva detto a Madre Albina: “Madre, non soffra per
me, tanto fra venti giorni starò benissimo”. [4]
Quel giorno, la popolazione di Campanarello, invece che a tavola, era riunita in Chiesa
ad implorare il buon Dio per lei che in quel momento, nella stanza n. 4 della Clinica delle Figlie della Sapienza di Roma, si andava
lentamente spegnendo. A porte e finestre chiuse, un uccellino volteggiò sui fedeli, dirigendosi dritto verso l’altare. Qualcuno pensò
al volo dell’anima di Rachelina verso il Cielo. Erano le 13.30. Quando poi arrivò la notizia che la morte era giunta proprio in quell’ora,
la gente si convinse che quel volo era stato veramente un segno del Cielo. [5]
Il 10 maggio 2012 è stato promulgato il Decreto che
la dichiara Venerabile. [6]
Fino ad oggi molte sono le grazie e i fatti straordinari a lei attribuite. Ultimamente si annovera il caso
della guarigione di un architetto, che sarebbe stato guarito da un cancro alla lingua con metastasi diffusa proprio grazie all’intercessione
della nostra Rachelina. [7]
In virtù di questi accadimenti straordinari presso il Tribunale ecclesiastico è in corso il processo
per la causa di canonizzazione. [8]
Il suo corpo riposa dal settembre del 1958 nella Chiesa Badiale di Santa Maria e Sant’Alessio in
Venticano, alla destra dell’altare. [9]
[1] Felici I, op.
cit., p. 18, 19, 22, 26 e 27; Tempi Nuovi, periodico cit., anno V, n. 2, febbraio 2001, p. 14.
Al tempo di Rachelina Ambrosini
la frazione di Campanarello era inserita nel comune di Pietradefusi (AV).
[2] Felici I, op. cit., p. 36, 42, 58, 59, 64, 86, 97 e 98.
[3] Felici
I, op. cit., p. 152; Tempi Nuovi, periodico cit., anno V, n. 2, febbraio 2001, p. 14.
[4] Felici I, op. cit., p. 172 e 173; Tempi Nuovi,periodico cit., anno V, n. 2, febbraio 2001, p. 14.
[5] Felici I, op. cit., pp. 11-13.
[8] http://www.santiebeati.it/dettaglio/9169;
Tempi Nuovi, periodico cit., anno V, n. 2, febbraio 2001, p. 14.
O Santissima Trinità,
Ti ringraziamo
per aver donato
alla Chiesa
la ven. Rachelina Ambrosini
e per aver fatto risplendere in lei
la tenerezza dell'amore di Cristo.
Concedici,
per sua intercessione,
e
secondo la Tua volontà,
la grazia che imploriamo,
(si chiede la grazia)
nella speranza
che ella sia presto annoverata
nel numero dei tuoi
santi.