Per benessere si può definire l'insieme delle forze fisiche e morali che danno una sensazione netta, e pressocchè durevole, di una
serena felicità.
Anticamente si faceva coincidere il benessere con la salute (per lo più fisica), con riferimento alla condizione
di assenza di patologie.
ll concetto di benessere è una nozione in costante evoluzione.
Nei tempi moderni, con conferme
anche nel mondo medico-scientifico, si arriva a tener conto di tutti gli aspetti dell'essere fisico, emotivo, mentale, sociale e spirituale.
Nel
rapporto della Commissione Salute dell'Osservatorio europeo su sistemi e politiche per la salute è stata proposta la seguente definizione
di benessere.
"Il benessere è lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale che consente alle persone di raggiungere
e mantenere il loro potenziale personale nella società".
Maslow ha elencato i bisogni secondo il seguente schema di priorità
piramidale:
1. Bisogni fisiologici di base connessi alla salute
2. Bisogni di sicurezza
3. Bisogno
di appartenenza
A gettar le basi del Welfare furono il prof. A. Marshall (1842-1924) e il suo successore A. C. Pigou (1877-1959) della scuola di Cambridge,
nel tentativo di influire sull'ordinamento economico, per accrescere il benessere di tutti.
Benché partirono dalla tradizione
classica degli studi, che distiguevano il benessere economico dal benessere umano in senso lato, arrivarono ad identificare il
benessere con il reddito monetario globale, sostenendo che l'aumento del reddito nazionale provoca un accrescimento del benessere
generale quando non sia diminuito il reddito delle classi più povere, ovvero quando l'aumento dei redditi di quest'ultime
non implichi una diminuzione del reddito nazionale.
Ovviamente Pigou fu subito criticato da molti scrittori inglesi.
In quegli
stessi anni l'italiano V. Pareto (1848-1923), il padre dell'economia del benessere, sostenne la tesi che ci può essere accrescimento
del benessere anche in mutamenti sociali che facessero aumentare il reddito di alcuni e diminuire quello degli altri, purché la differenza
fosse positiva e senza preoccuparsi della distribuzione della ricchezza e dell'eventuale aumento di sperequazione.
Questa
particolare posizione di Pareto costituisce un punto debole che non poteva non essere attaccato dagli studiosi e dai politici
seguaci dell'indirizzo del benessere in senso sociale.
Un politica sociale che fosse veramente indirizzata all'innalzamento del
Welfare dovrebbe tenere conto dei bisogni della popolazione, a partire, in ordine di importanza crescente, dalla
salute, dalla sicurezza e all'appartenenza, per finire alle relazioni interpersonali ed alla realizzazione dell'individuo, in
qualsiasi punto si trovi ed a qualsiasi ceto appartenga.
Invece ho l'impressione che al posto di perseguire l'economia
del benessere si persegua il benessere dell'economia.
Sembrerebbe che l'interesse dei nostri politici sia stato quasi da sempre
tutto rivolto a quest'ultima interpretazione del Welfare, quasi a voler affermare: "Se l'economia va bene stanno bene tutti.".
E
no. Così non va proprio bene.
Al riguado nascono problematiche inquietanti.
I rifiuti di Napoli hanno rappresentato un forte
sintomo di malessere sociale e quindi hanno inciso sicuramente in negativo sul Welfare campano.
Mi chiedo ora.
Per
eliminare quel malessere a Napoli e ripristinare quindi quella parte di benessere sociale dovuto, è stato lecito aver creato malessere
altrove, come a San'Arcangelo Trimonte, dove è apparso emblematico l'appello di un architetto che aveva scelto quel paese
piccolo e solitario, sognando di viverci ed invecchiare?
Il luogo era abbandonato, a pezzi, morto da anni, destinato forse
alla rovina totale, quasi divorato da arbusti spinosi e da un intrico di alberi. Tra le sue mura, in gran parte diroccate, s'erano
asserragliati cani macilenti, pipistrelli, topi e serpentelli.
L'architetto quelle case le aveva comprate e restaurate
una a una, vincendo prima la diffidenza, poi la paura mista della gente.
Era il sogno un po' folle di un architetto che
voleva rifondare un paesino pensando di dimostrare che, nella valorizzazione delle tradizioni e dei sentimenti veri della vita e della
cultura contadina, poteva esserci un altro futuro.
Ora quel sogno è stato infranto dall’arrivo dei rifiuti napoletani!
Ma
nonostante tutto quell'architetto non demorde ed ha deciso di trasferire lì la residenza della sua famiglia, ritenendo cosi di
essere i primi a immigrare e non ad emigrare da quel luogo.
Far finta di nulla non serve: l'oltraggio toccato al suo paesino
e alla sua gente inerme potrebbe capitare a chiunque e dovunque.
15 luglio 2008 Sergio Pacillo
Il mio commento inviato il giorno 17 luglio 2008 alla redazione
Il mio apprezzamento all’architetto
Castracane, per il coraggio avuto sia prima, nell’avviare il restauro di case abbandonate in Sant’Arcangelo Trimonte sfidando la giustificata
diffidenza della gente del borgo, sia dopo nel contribuire a dare dignità al paesello con la decisione di trasferirvi la residenza
della sua famiglia.
E’ un classico caso di “Welfare alla rovescia”, per cui questa società così mal rappresentata, più che mirare a
perseguire gli obiettivi dell’economia del benessere è tutta spinta ad inseguire il benessere dell’economia. Cosicché, secondo un’interpretazione
ormai purtroppo ricorrente, il più debole può soccombere facilmente, purché nel complesso gli obiettivi economici raggiunti
siano positivi.
Per questa ragione di fondo, ho ripreso l’articolo in parte nella pagina QUATTRO PASSI NEL WELFARE nel mio sito
www.cittanuove.org