E’ ormai convincimento comune che un buon sistema elettorale debba assicurare la "governabilità".
La dice lunga, però, che questo
termine non sia riportato nel dizionario enciclopedico italiano Treccani.
Certamente esso sta a indicare la prerogativa del Governo
di esercitare “durevolmente” nel tempo il suo mandato di “potere esecutivo”, che consiste, in prima istanza, nell'applicazione
delle leggi.
Questo potere va distinto dal “potere legislativo”, che è il potere di fare le leggi, e dal “potere giudiziario”, che
è il potere di giudicare ed eventualmente punire chi viola le leggi.
Il Governo inoltre deve svolgere correttamente e stabilmente
i suoi compiti di direzione e impulso del sistema amministrativo dello Stato, garantire l'ordine pubblico attraverso la gestione delle
forze di polizia e dei penitenziari, condurre la politica estera dello stato e dirigere le forze militari.
E’ fortemente auspicabile
che un Governo eserciti stabilmente il suo potere ma in democrazia la sua stabilità non è però la condizione più importante. Difatti
essa è massima nelle dittature!
Per evitare che un Governo possa essere facile ostaggio della maggioranza parlamentare o che possa
quindi essere messo facilmente in crisi, è sufficiente che le forze di maggioranza parlamentare siano le più ampie possibili
e non rischino, a loro volta, di essere ostaggi di gruppi isolati che possano minacciare la sfiducia.
In
questi ultimi tempi, a sostegno della governabilità, viene propagandata la necessità di rafforzare il bipolarismo, e, nel tentativo
di eliminare i cosiddetti partiti minori, accusati spesso d’essere solo ideologici o familiari, è stata introdotta la cosiddetta
“soglia di sbarramento” e tolta all'elettore la possibilità di scegliersi il candidato.
Cosicché con questo sistema elettorale
stanno fuori dal parlamento italiano alcuni partiti storici, come quello socialista e quello di rifondazione comunista,
che nel bene e nel male, hanno contribuito molto allo sviluppo della politica italiana.
Nel frattempo, i due partiti
che sostengono fortemente il bipolarismo si sono create le cosiddette "spalle", il PdL la Lega e il Pd l'IDV, alleati di comodo (forse
per poco) per chi è in maggioranza e di scomodo per chi è all'opposizione.
In cambio dell'appoggio, la Lega chiede l'attuazione del
federalismo, avendo più volte minacciato anche il ricorso alle armi.
A me sembra di cristallina chiarezza che per assicurare
la Governabilità al Paese sarebbe bastato assegnare il premio di maggioranza al partito che avesse preso più voti, cioè in questo
caso al PdL, evitando così le cosiddette alleanze.
Il premier sarebbe stato sempre Berlusconi ma libero della palla al piede
della Lega, che martella sul ben fermo paletto del FEDERALISMO FISCALE.
Quindi, concludendo, per assicurare la massima governabilità
al Paese, sarebbe sufficiente assicurare "il premio di maggioranza" al partito più forte alle elezioni in senso relativo,
evitando sbarramenti ed alleanze di comodo.