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l'altalena dello spread
a cura di Sergio Pacillo
1^ edizione: 11/09/2012
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Con il termine SPREAD s’intende il differenziale tra il tasso di rendimento di un'obbligazione e quello di un altro titolo preso a riferimento.
Meglio sarebbe parlare di CREDIT SPREAD.
Ad esempio, se un BTP con una certa scadenza ha un rendimento del 6% e la corrispettiva Bundesanleihe Tedesca con la stessa scadenza ha un rendimento del 1%, allora lo spread sarà di 6 - 1 = 5 punti percentuali ovvero di 500 punti base.
Il rendimento offerto alla fine può salire o scendere in funzione del grado di fiducia degli investitori: se l'offerta è superiore alla domanda, il rendimento aumenta per cercare di riequilibrare la domanda e viceversa.
Ne consegue che lo spread diventa dunque indirettamente, allo stesso tempo e in maniera del tutto equivalente:
- una misura del rischio finanziario;
- una misura dell'affidabilità (rating) dell'emittente/debitore (ad esempio lo Stato) di restituire il credito: maggiore è lo spread minore è tale affidabilità;
- una misura della fiducia degli investitori nell'acquisto dei titoli di Stato: minore è lo spread maggiore è la fiducia;
- una misura della capacità dell'emittente di sostenere a buon fine le proprie attività finanziarie tramite emissione di nuovi titoli obbligazionari: minore è lo spread, maggiore è questa capacità. Nel caso dei titoli di stato, spread elevatissimi possono condurre alla dichiarazione di insolvenza, fallimento o bancarotta dello Stato oppure a misure drastiche di riduzione della spesa pubblica e/o aumento della tassazione sui contribuenti e, in ultimo, ripercussioni anche sulla crescita economica.
SPREAD
ritaglio di immagine da Wikipedia
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Nello scorso mese di giugno, il debito pubblico italiano ha raggiunto il nuovo record di 1.972,94 miliardi di euro.

E’ abbastanza noto ormai che esso cresce soprattutto per effetto degli interessi da rendere agli investitori, i quali, nel complesso, alla scadenza dei titoli obbligazionari, pur consapevoli di non potere essere del tutto ripagati almeno nel medio termine, continuano paradossalmente a finanziarci, spostando sempre più avanti la restituzione del debito, che molto probabilmente non potrà mai avvenire per intero.

Il meccanismo del debito è tale che i profitti degli investitori crescono con l’aumentare della crisi e insieme a quest’ultima aumenta anche la sfacciataggine con la quale, di volta in volta, essi, soprattutto per bocca di altri, ci suggeriscono i modi per trovare il danaro a loro dovuto: pareggio di bilancio, austerità, riforme, lotte agli sprechi, aumento della pressione fiscale, nuove tasse, riduzione dei diritti sociali, liberalizzazioni, lotta alla corruzione e all’evasione fiscale.

Le chiamano RIFORME STRUTTURALI, ma si tratta in realtà di  cessione di pezzi di sovranità nazionale.

E con molta destrezza, ad ogni rimedio adottato appioppano una bella pacca di congratulazioni sulla spalla dei governanti, facendo scendere per un po’ lo SPREAD, in genere sui mercati secondari.

E così, “bravo” a Monti!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma, per carità, che nessuno crei occasioni di instabilità o d’incertezza politica, perché i mercati si innervosiscono e lo spread potrebbe risalire!

Difatti, alla prima nota di dissenso politico, può capitare un bel verdetto di declassamento delle agenzie di rating (altri benefattori dell’umanità, o forse gli stessi investitori sotto altre vesti) pronte a legittimare le richieste di aumento dei rendimenti delle obbligazioni di Stato, facendo aumentare lo SPREAD, in genere sui mercati primari.

Cosicché, l’aumento dei debiti per effetto degli interessi declassa ulteriormente il paese e gli investitori sono giustificati a chiedere rendimenti sempre più alti.

Lo SPREAD quindi sale di nuovo, ma questa volta la colpa è addirittura della situazione che potrebbe crearsi “dopo le urne”, temuta “fortemente” dai mercati !!!!!!!!

Il governo, allora, soccombendo alle ennesime richieste di risanamento dei conti pubblici, rilancia la caccia agli evasori, limita l’uso del contante, aumenta la pressione fiscale, licenzia e riduce stipendi e pensioni, per prelevare soldi dalle tasche dei cittadini e consegnarli ai “benefattori”, i quali per qualche giorno ringraziano, ridonando un po’ di fiducia.

E così, grazie alle misure adottate dal Governo, lo SPREAD per un po’ di tempo torna a scendere, ancora sui mercati secondari.

Poi, però, giacché la sottrazione ai consumi della moneta circolante ha inciso negativamente sulla produzione dei beni e dei servizi, la crescita prima rallenta, poi si blocca, rigiustificando la sfiducia degli investitori.

Lo SPREAD sale di nuovo ma in compenso il PIL continua a scendere.

Di conseguenza, sale ulteriormente il debito pubblico in % del PIL.

E’ recessione.

In questi termini, gli stati, che di sovrano conservano solo il loro debito, sono destinati a diventare schiavi del potere finanziario che mira allo scettro del potere imperiale.

Si potrebbe quasi affermare che questa crisi economica sia una creatura del sistema finanziario - bancario.

Con le parole d’ordine degli ultimi decenni “privatizzazioni e liberalizzazioni”, il settore finanziario - bancario si è rafforzato sempre di più, permettendo alti guadagni a poche persone e facendo aumentare il divario tra i ricchi e i poveri. Per questo motivo, molti industriali hanno preferito chiudere le fabbriche, per dedicarsi, caso mai, alle speculazioni finanziarie.

Le fusioni e le acquisizioni di gruppi multinazionali o banche hanno concentrato la ricchezza nelle mani di poche famiglie, portando l’80% della ricchezza mondiale nelle mani del 2% delle famiglie.

Tornando allo SPREAD, se un imprenditore dei paesi del PIIGS paga un prestito in banca a interessi da tre a cinque volte maggiori di un imprenditore tedesco, si potrebbe affermare che esso è la dimostrazione più esplicita della frantumazione dell'euro e di ciò che voleva essere l’unione europea, ma sbaglierebbe chi tentasse di scagliarci contro la Germania.

E’ di questi giorni la decisione di Draghi di far acquistare dalla BCE bond senza limiti con scadenza da uno a tre anni, e tutti sperano seriamente che lo spread scenderà e aumenterà la crescita economica.

Vorrei sperarlo anch’io ma non posso crederci:

1°- perché gli acquisti di questi bond sono legati al mercato secondario, cioè riguardano i titoli già in circolazione e non quelli che hanno determinato gli interessi da pagare quando sono stati acquistati all’asta sul mercato primario, cioè quelli che fanno crescere il debito pubblico;

2°- perché gli acquisti di questi bond saranno condizionati a un piano di aggiustamento macroeconomico, senza il rispetto del quale le operazioni verranno interrotte; in altre parole si chiederanno altre riforme strutturali, ovvero altre svendite di ulteriori pezzi di sovranità nazionali.

3°- perché il procedere ad acquisti illimitati di titoli di debito pubblico da parte della BCE  è, per me,  un’aberrazione economica. Il Capitale della BCE è di soli 6,36 miliardi di euro e per la fine del 2012 esso sarà di soli 10,76 miliardi di euro. Quindi la BCE per poter comprare titoli senza limite, dovrebbe stampare moneta “dal nulla” ed  in misura stratosferica, con tutte le conseguenze inflazionistiche che ne deriverebbero.

Cose da non credere!

Comunque, c’è chi ci crede con molta convinzione.

Personalmente sono convinto che lo spread  continuerà a scendere e a salire ancora per molto tempo, ma attenzione alla sua altalena, perché, se si rompe il meccanismo, il bimbo non si diverte più, piange, strilla e sveglia tutti.


da Youtube: Casini
Lo spread scende,
non possiamo indebolire il governo
(08.03.12)



da Youtube: SOLA (IDV):
"LO SPREAD SALE, MONTI SCENDE..."

da Youtube: Mario Monti: "la ripresa è dentro di noi" di Sky TG 24 (05.09.2012)

da Youtube: Chi c'è dietro Mario Monti
(Report del 22/04/2012)

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