world.gif
73
santi
homepage
contatti
politica
religione
economia
ambiente
lavoro
arte
tempo libero
benessere
cultura
città
s. Bernardino da Siena a spasso per il Sannio
a cura di Sergio Pacillo
(1^ stesura: 06/07/2012)
corpo di s. Bernardino da Siena (foto di Enzo Ricciardi)
altri argomenti su

Nacque a Massa Marittima, non molto lontano da Siena, l’8 settembre dell’anno 1380 da Albertollo degli Albizeschi (Albizzeschi) e da Raniera degli Avveduti. Rimasto orfano di madre a soli tre anni e a sei anche di padre, crebbe in grazia e sapienza sotto la tutela degli zii paterni e della cugina Tobia, alla quale un giorno confidò di essersi innamorato della Vergine Maria e di venerarne giornalmente l’immagine a porta Camollia. [1]

Terminati felicemente gli studi in filosofia, si diede a quelli di diritto civile ed ecclesiastico, con particolare riferimento alle Sacre Scritture, e di Teologia, di cui incominciò seriamente ad interessarsi nel 1398. [2]

Appena ventenne, si dedicò con eroica carità alla cura delle vittime dell’orrenda peste che per quattro mesi imperversò nella città di Siena, guarendo egli stesso dalla malattia per disposizione divina e assistendo per lunghi mesi la zia ammalata, monna Bartolomea. In seguito a questa miracolosa guarigione, l’8 settembre del 1402, dopo aver distribuito tutti i suoi beni ai poveri, decise di abbandonare l’avvocatura cui era stato indirizzato e di prendere l’abito francescano. Nel 1404 celebrò la sua prima Messa, spostandosi sul monte Amiata, dove per un anno potette dedicarsi più intensamente allo studio. L’anno successivo fu autorizzato a predicare e nel 1407 ricoprì la carica di guardiano del convento di Fiesole. Predicatore insigne, nei suoi discorsi tenuti per lo più nelle pubbliche piazze sempre gremite, lottando l’avarizia, la mancanza di generosità e la discordia, prediligeva gli argomenti della carità e la devozione alla ss. Vergine ed al ss. Nome di Gesù. I suoi discorsi, tenuti con mirabile eloquenza ed incredibili effetti, sono arrivati integralmente sino a noi grazie ad un metodo di stenografia inventato da un suo discepolo. Alle sue prediche si componevano liti ed inimicizie, si bruciavano vanità, i più duri nel peccato si pentivano e le folle, singhiozzando, imploravano misericordia. [3]

   Nel 1417, volendo estendere la sua attività fuori dalla Toscana per propagandare la riforma dell’Osservanza e la devozione del ss. Nome di Gesù si portò a Genova, iniziando la sua prodigiosa predicazione apostolica, che negli anni 1426 e 1431 gli causò per ben tre volte l’accusa di eresia. Per opporre alle forze del male la potenza raggiante e benefica del nome di Gesù, aveva semplicemente posto su una tavoletta il trigramma sacro “JHS”, le abbreviazioni di Jesus hominum salvator, contornato da un cerchio di raggi fiammeggianti! Ma poi nel 1432, difeso strenuamente da s. Giovanni da Capestrano, che già nel 1426 era corso a Roma con un drappello d’aquilani, fu addirittura lodato da Eugenio IV. E costui, forse per riparare, gli offrì, ma inutilmente, i vescovadi di Siena, Ferrara e Urbino.  [4]

   Dopo due anni dalla sua nomina a Vicario Generale dell’Ordine (22 luglio 1438), in un’azione mirante ad allargare i conventi dell’Osservanza, portati da venti a duecento, attraversò le contrade dell’Irpinia e del Sannio, in compagnia di s. Giacomo della Marca e, molto probabilmente, di un altro confratello. Giunto ad Altavilla Irpina alle prime luci dell’alba, bussò alla porta di una pia donna, chiedendole un po’ di pane e del vino. Alla risposta di quella povera contadina che si scusava di non poterli accontentare, si limitò a mandarla a vedere nel forno e nella botte, dove avrebbe trovato le cose richieste. La donna, rientrata in casa, con somma meraviglia si accorse che il forno era pieno di pane fragrante e la botte colma di buon vino, ma, quando corse fuori per gridare al miracolo, i monaci erano andati già via. Le campane furono suonate a distesa per avvisare la gente che si riversò subito per le strade. Allora in molti si precipitarono per il sentiero che dal paese porta a Benevento e, quando riuscirono a raggiungere i tre pellegrini in prossimità di un ponte, alla confluenza del torrente Vellola con il fiume Sabato, li invitarono a tornare indietro. S. Bernardino spiegò che il sole era già alto e che, poiché dovevano andare lontano, non potevano tornare indietro; ma promise che non avrebbe mai più dimenticato il paese d’Altavilla, chiedendo al Signore la protezione da ogni tempesta e terremoto. A ricordo dei tre monaci, nel luogo dell’incontro che fu chiamato “Ponte dei Santi”, venne costruito prima un tabernacolo e poi una chiesetta. [5]

   Continuando quel viaggio, sostò dapprima qualche giorno a Benevento, dove predicò, e poi si portò a Vitulano il 25 marzo 1440, dove chiese al feudatario Giacomo d’Amore un pezzo di terra per costruire un convento a margine di un regio tratturo che attraversava la valle. Don Giacomo acconsentì concedendogli "tanta terra quanta ne avrebbe potuto raggiungere con il lancio di pietre". Fra Bernardino si fece portare una fionda e, lanciando quattro sassi, delimitò un quadrato perfetto. Per l’allestimento di quella chiesa, più tardi, inviò una tavola con l’Annunciazione, dipinta da alcuni allievi della scuola toscana. [6]

   Continuò il viaggio verso San Lorenzo Maggiore, dove nel 1520 gli eressero una chiesa, e Morcone, dove la gente, onorandolo come patrono principale, ne ricorda un saldalo perduto durante una sua predicazione, nell’odierna via Pianiello (il “chianiello”, per l’appunto, il sandalo, lo zoccolo). Grande è tuttora la venerazione dei Morconesi verso il nostro Santo, al quale nel XVI secolo innalzarono una Chiesa, che, dopo la distruzione dell’anno 1917 causata da un incendio sviluppatosi da una candela lasciata accesa da un monaco alla vigilia della festa, è stata recentemente trasformata in auditorium. A proposito della splendida statua di s. Bernardino che si conserva a Morcone nella Chiesa della Madonna della Pace, vale la pena ricordare che essa è una delle poche che lo rappresenta giovane e con l’ostensorio, mentre nell’arte è comunemente rappresentato come un vecchietto esile, dal volto smunto e acuto, così come fu preso dalla maschera funebre, con in mano il Signum Christi “JHS”. [7]

In quel periodo il Sannio era infestato dalle streghe e, poiché la lotta ai loro riti si può fare incominciare proprio con s. Bernardino da Siena, possiamo ben immaginare il tenore delle prediche che egli tenne in quel viaggio. Sull’argomento se ne riporta una che tenne in un luogo non precisato [8]:

   “Elli fu a Roma uno famiglio d’uno cardinale, el quale andando a Benivento, di notte, vidde in sur una aia ballare molta gente, donne e fanciulli e giovani; e così mirando elli ebbe grande paura. Pure essendo stato un poco a vedere, elli s’assicurò e andò dove costoro ballavano, pure con paura, e a poco a poco tanto s’acostò a costoro, che elli vidde che erano giovanissimi; e così stando a vedere, elli s’asicurò tanto, che elli si pose a ballare con loro. E ballando tutta questa brigata, elli venne a sonare mattino. Come mattino tocò, tutte costoro in un subito si partiro, salvo che una, cioè quella che costui teneva per mano lui, che ella volendosi partire coll’altre, costui la teneva: ella tirava, e elli tirava. Elli la tenne tanto a questo modo, che elli si fece dì chiaro. Vedendola costui sì giovana, elli se la menò a casa sua; e odi quello che intervenne; che elli la tenne tre anni con seco, che mai non parlò una parola. E fu trovato che costei era di Schiavonia. Pensa ora tu come questo sia ben fatto, che elli sia tolto una fanciulla al padre e a la madre in quel modo. E però dico che là dove se ne può trovare niuna che sia incantatrice o maliarda, o incantatori o streghe, fate che tutte siano messe in sterminio per tal modo, che se ne perdi il seme; ch’io vi prometto che se non se ne fa un poco di sacrificio a Dio, voi ne vedrete vendetta ancora grandissima sopra le vostre case, e sopra a la vostra città. E scrivarovelo ancora con le lagrime agli ochi, che la cagione de’ danni vostri sarà in parte questa. Doh, fate quello ch’io vi dico: datene un poco d’odore a Domeneddio; non aspettate la vendetta di  Dio.”

   La sua lotta alla stregoneria fu davvero incessante ma è del tutto fuori luogo l’accusa che molti gli rivolgono di aver mandato presunte streghe al rogo, se non altro per il fatto che egli stesso subì  processi da parte della Santa Inquisizione. [9]

   Lasciò questa terra, per raggiungere i Santi nella gloria del Signore, nella città d’Aquila, il 20 maggio dell’anno 1444, vigilia dell’Ascensione. Nella bara, il suo corpo si trasformò in una fontana di sangue che cessò di zampillare solo quando terminarono le lotte tra le opposte fazioni. [10]

Sulla base di un processo istruito soprattutto da s. Giovanni da Capestrano, che raccolse i miracoli che accadevano per sua intercessione, fu canonizzato da Eugenio V il giorno di Pentecoste del 1450, che quell’anno capitò il 24 maggio. [11]

   Numerose sono le sue opere, alcune da considerarsi veri e propri trattati teologici, tra le quali i Sermones, De christiana religione,De evangelio æterno, Sive de charitate, De Beata Virgine. [12]

   Nel mese di maggio del 2012, il suo corpo incorrotto poteva essere venerato in Benevento, nella Basilica delle Madonne delle Grazie. 



[1] B. S., op. cit., vol. II, cl.. 1292; Del Gaudio A., op. cit., p. 56; Gualandi A., op. cit., p. 297; Treccani, op. cit., vol. II, p. 230, voce Bernardino da Siena, santo.

[2] B. S.,op. cit., vol. II, cl. 1303; Gualandi A., op. cit., p. 297.

[3] B. S., op. cit., vol. II, cl. 1303; Del Gaudio A., op. cit., p. 56;Gualandi A., op. cit., p. 298; Treccani, op. cit., vol. II, p. 230, Bernardino da Siena, santo.

[4] B. S., op. cit., vol. VI, cl. 649; Ibidem, vol. IX, p. 109; Messaggero di sant’Antonio, periodico cit., gennaio 2003, p. 43; Treccani, op. cit., vol. II, p. 231, voce Bernardino da Siena, santo.

[5] http://www.sanpellegrinom.it/chiesa_di_san_bernardino.html;  Periodico S. Pellegrino M., op. cit., pp. 26 e 22; Foglianise, Storia e Tradizioni, op. cit., p. 11; Tirone D. E., Vitulano tra cronaca e storia, op. cit., p. 311.

[6] http://www.foglianise.org/pagine/monumenti/convento_della_s_s__annunziata.htm;  Foglianise, Storia e Tradizioni, op. cit., p. 11; Tirone D. E., Vitulano tra cronaca e storia, op. cit., p. 311.

[7] B. S., op. cit., vol. II, cl. 1316; Bonechi, op. cit., vol. 3° p 143; ibidem, vol. 4°, pp. 79 e 410; C.M.A.T., op. cit., p. 57; Treccani, op. cit., vol. II, p. 231, voce Bernardino da Siena, santo; Zeppa p. R., op. cit., p. 89.

[9]  http://it.wikipedia.org/wiki/Bernardino_da_Siena;Treccani, op. cit., vol. II, p. 231, voce Bernardino da Siena, santo.

[10] B. S., op. cit., vol. II, cl. 1315; Treccani, op. cit., vol. II, p. 231, voce Bernardino da Siena, santo.

[11] B. S., op. cit., vol. VI, cl. 651.

[12] Del Gaudio A., op. cit., p. 56; Gualandi A., op. cit., p. 298.

religif.gif

palazzo%20degli%20albizzeschi.jpg

da Youtube:
Le Streghe Di Benevento (by gicabn)
chiesa%20di%20s.%20bernardino.jpg
l'autore si riserva il diritto di correggere, modificare, aggiornare o cambiare il contenuto e il formato della pagina in ogni momento, senza dover fornire documenti di archivio di ogni sorta.