Per centrale nucleare si intende normalmente una centrale nucleare a fissione, ovvero una centrale elettrica che utilizza uno o più
reattori nucleari a fissione.
Il termine si può applicare anche alle future centrali a fusione, che impiegheranno un reattore a fusione
nucleare; però la ricerca in questo campo non è stata ancora completata e sono stati ottenuti solo degli abbozzi di fusione controllata;
pertanto l'opinione degli esperti dell'ITER è che non verranno costruite centrali a fusione prima del 2040.
Sostenere la posizione antinuclearista non è una presa di posizione preconcetta contro qualcuno ma deriva da una serie di convincimenti.
Tra questi assume la maggiore rilevanza il pericolo derivante dallo smaltimento dei rifiuti radioattivi.
In Italia era stato individuato
a Scanzano Ionico in Basilicata il sito unico per la raccolta delle scorie nucleari. (1)
La Sogin, incaricata a redigere uno studio
per conto del governo aveva fornito sostanzialmente un parere favorevole concludendo “Il sito identificato nel territorio di Scanzano
Jonico presenta per tutti gli aspetti citati caratteristiche di massima idoneità. La scelta sarà validata per il deposito per i rifiuti
di II categoria e in prospettiva, attraverso un laboratorio sotterraneo di ricerca, per il deposito di rifiuti di III categoria”.
Il deposito sotterraneo realizzato nel sito indicato è insensibile al rischio idraulico perché completamente isolato rispetto alla circolazione idraulica superficiale e di falda”. (2)
Sentiamo
ora cosa ha detto a proposito Carlo Rubbia:
«Si apre a questo punto grave problema dell'eliminazione dei rifiuti radioattivi. Con vari
metodi sono inceneriti, triturati, macinati, pressati, vetrificati e inglobati in fusti impermeabili a loro volta disposti in recipienti
di acciaio inossidabile, veri e propri sarcofaghi in miniatura.
Queste "vergogne" dell'energia nucleare vengono nascoste nelle profondità
sotterranee e marine. Non abbiamo la minima idea di quello che potrebbe succedere dei fusti con tonnellate di sostanze radioattive
che abbiamo già seppellito e di quelli che aspettano di esserlo. Ci liberiamo di un problema passandolo in eredità alle generazioni
future, perché queste scorie saranno attive per millenni.
La sicurezza assoluta non esiste neppure in quest'ultimo stadio del ciclo
nucleare. I cimiteri radioattivi possono essere violati da terremoti, bombardamenti, atti di sabotaggio. Malgrado tutte le precauzioni
tecnologiche, lo spessore e la resistenza dei materiali in cui questi rifiuti della fissione sono sigillati, la radioattività può,
in condizioni estreme, sprigionarsi in qualche misura, soprattutto dai fusti calati nei fondali marini. Si sono trovate tracce di
cesio e di plutonio e altri radioisotopi nella fauna e nella flora dei mari più usati come cimiteri nucleari. Neppure il deposito
sotterraneo, a centinaia di metri di profondità può essere ritenuto secondo me, completamente sicuro. Sotto la pressione delle rocce,
a migliaia di anni da oggi, dimenticate dalle generazioni a venire, le scorie potrebbero spezzarsi o essere assorbite da un cambiamento
geologico che trasformi una zona da secca in umida, entrare quindi nelle acque e andare lontano a contaminare l'uomo attraverso la
catena alimentare. A mio parere queste scorie rappresentano delle bombe ritardate. Le nascondiamo pensando che non ci saremo per risponderne
personalmente”. (3)
Personalmente, tra i due pareri preferisco dar credito a quello di Rubbia, certamente più scientifico e meno di
parte.
Poi il progetto su Scanzano Jonico è stato fortunatamente abbandonato. Pare!
Purtroppo il problema dell’approvvigionamento energetico permane
ed è grande!
Ma questo è, seppure il più importante, un altro discorso.
Riferimenti
(1) http://www.zonanucleare.com/questione_scorie_italia/studio_sogin_scanzano_ionico/01_premessa.htm
(2)http://www.zonanucleare.com/questione_scorie_italia/studio_sogin_scanzano_ionico/13_conclusi.htm
(3) http://www.bormio.net/progetti/enricofermi/eranucleare.htm