“Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione a un animale è punito con la reclusione da 3 mesi a 1
anno o con la multa da 3 a 15mila euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate". La
pena è aumentata della metà, se dal fatto deriva la morte all'animale.
Questa legge italiana è molto chiara.
Cosicché
un cittadino di Chiavari è stato condannato a quattro mesi e quindici giorni di carcere per aver fatto morire di fame uno
dei due pappagalli accettati in accudimento da un vicino.
A nulla è valsa la perizia dell’anatomopatologo,
nonché medico legale del volatile, chiamato a testimoniare in Tribunale, secondo il quale la morte del pappagallo è stata
dovuta a setticemia.
Oltre vent'anni fa avevo anch'io due pappagallini. La femmina incominciò a non mangiare e poi morì.
Ricordo la disperazione del maschio che cercava in tutti i modi di dare vita a quel cadaverino rigirandolo amorevolmente con
il becco e la sua concitazione quando lo tolsi dalla gabbia. Qualche anno più tardi, quel maschio, abituato ormai
a muoversi liberamente per la casa, prese il volo dal balcone e, dopo qualche svolazzata intorno alla mia abitazione, non
vi fece più ritorno. Aveva capito cos'era la vera libertà!
A rifletterci, mi andò proprio bene. Per la morte della femmina rischiai quattro mesi di carcere e per l'abbandono del maschio
qualche altra pena ci sarebbe sempre uscita.
Paff....., scusate, sono riuscito ad ammazzare la zanzara che mi girava intorno
da mezz'ora.
Ma che ho fatto?
La zanzara è anch'essa un animale e, poichè quest'estate nessuno
di questi fatidiosi insetti ha avuto ancora l'ardire di pungermi, io l'ho uccisa senza alcuna necessità.
Quindi,
sto rischiando anche ora qualche mese di carcere!
Ma che dico? Sto rischiando l'ergastolo per tutte le zanzare,
le mosche, le lucertole, le lumache, le formiche, gli scarafaggi, qualche topo e qualche serpentello che ho ucciso in vita
mia.
Ebbene, je m'accuse: per la legge italiana meriterei l'ergastolo.
Ma, enfasi a parte, tornando
ai pappagalli, nel solo 2004 gli oltre 9000 esemplari sequestrati in una sola operazione a Milano hanno fatto emergere
come molti di essi, esposti liberamente in commercio, fossero infetti dalla Clamydia, una zoonosi molto pericolosa anche
per l’uomo.
Secondo Fulco Pratesi, presidente del WWF, “È sempre più importante combattere il commercio illegale
di specie esotiche. Sono infatti moltissime le specie introdotte ogni anno nel nostro territorio e l’ingresso di questi animali senza
alcun controllo espone gli altri animali e noi stessi a rischio malattie".
Credo che quel cittadino di Chiavari andrà in appello.
In tal caso gli consiglio di chiamare a testimoninza il pappagallo superstite.
Secondo alcuni, agli animali manca solo
la parola.
Visto che il pappagallo dimostra di averla, perché non tentare!
Poi, se l'accusa sosterrà la tesi che la testomomianza
del pappagallo non vale, vuol dire che si aprirà una nuova strada: quella di dover riconoscere anche ai pappagalli la personalità
giuridica.
E, visto che la legislazione italiana riconosce ai proprietari degli animali in cattività le detrazioni
per le relative spese veterinarie (cioè, al pari di cittadini, agli animali viene riconosciuto il diritto all'assistenza sanitaria!), non
si può del tutto escludere il raggiungimento di questa nuova e nobile conquista sociale!
Vale qualcosa ricordare che ogni
tre secondi nel mondo muore un bimbo di fame?
2 settembre 2008
Sergio Pacillo