Di conseguenza il 70 % dell'energia termica generata
dai reattori nucleari deve essere smaltito nell'ambiente circostante mediante appositi circuiti di raffreddamento.
In genere
il circuito di raffreddamento è formato da una gigantesca serpentina, che rappresenta il "condensatore" nel quale circola l'acqua
prelevata dai fiumi, dai laghi o direttamente dal mare, mediante potentissime pompe di qualche MW.
Il condensatore è immerso nel serbatoio
in cui confluisce il caldissimo liquido proveniente dalla turbina, con lo scopo di raffreddarlo mediante l’acqua che ritorna riscaldata
nei posti di prelievo o che confluisce nell’ambiente esterno sotto forma di vapore acqueo. (2)
In questo secondo caso stiamo alla presenza di centrali nucleari di tipo PWR, caratterizzate dall’avere quelle gigantesche torri con i pennacchi sempre fumanti.
Un
reattore PWR da 1 GW, per smaltire il calore relativo alla potenza di 2,3 GW, fa’ evaporare ogni secondo 1.000 kg d’acqua, ogni ora
3.700.000 kg, ogni giorno 89.200.000 kg, ogni anno 32.600.000.000 kg. (3)
La temperatura nelle torri ha un valore intorno ai 55°C e
l’umidità è praticamente al 100 %. (4)
All’uscita delle torri la temperatura è intorno ai 40 °C.
Alla temperatura di circa 30°C un
metro cubo di aria satura di vapore acqueo a pressione di 1 atm contiene circa 30 g d’acqua. Perciò a questa temperatura, un reattore
da 1 GW produce circa 34.000 m3 di aria satura di vapore acqueo al secondo, 124 x 106 m3 all’ora, 2.973 x 106 m3 ogni
giorno, 1.085 x 109 m3 all’anno. (5)
In Francia ci sono 59 reattori nucleari distribuiti su 19 centrali e, ad eccezione di quelli di
Phénix, sono tutti realizzati con tecnologia PWR. (6)
La potenza complessiva dei reattori PWR francesi è di circa 63 GW e perciò essi
immettono giornalmente nell’atmosfera 5.620 x 106 kg d’acqua corrispondenti a 187 x 109 m3 d’aria satura di vapore acqueo in ambiente
a 30° C.
Quando il tempo è instabile, la temperatura scende di molto in quota. A valori prossimi allo zero il vapore acqueo contenuto
in un metro cubo di aria contiene non più 30 ma circa 5 g d’acqua. In queste condizioni gli 11 milioni di kg di acqua fatti
evaporare in una sola ora dai reattori di una centrale da 3 GW produrrebbero una nube dallo spessore di 400 m e dal diametro di oltre
2,5 km.
Sin qui abbiamo calcolato con buona approssimazione la quantità d’acqua e il volume di vapore acqueo che le centrali nucleari
immettono nell’atmosfera nei vari intervalli di tempo.
Comunque, per farsi un’idea di questi numeri, basta sapere che un grande temporale
scarica circa 1.000.000.000 di kg di acqua, che equivale alla quantità di acqua immessa in atmosfera da una centrale nucleare da 3
GW in quattro giorni, capace, da sola, di scaricare 10-20 mm di pioggia su una città di 7-10 km2. (7)
Ora vale la pena chiedersi se
quest’aggiunta antropica di vapore acqueo nell’atmosfera è ininfluente, benefica o dannosa all’ambiente e alla vita in genere.
ll ciclo
dell’acqua nell’atmosfera è un ciclo chiuso.
Il volume d’acqua contenuto nell’atmosfera terrestre è di 15.500 x 109 m³. Il flusso
di evaporazione e precipitazione è di circa 505.000 x 109 m³/anno (di cui 434.000 x 109 di evaporazione oceanica). Ne consegue
che il periodo medio di permanenza dell’acqua nell’atmosfera è di circa 11 giorni. (8)
In 11 giorni le centrali nucleari francesi immettono
nell’aria circa 63 x 109 kg d'acqua, che, se rapportati alla quantità di vapore acqueo mediamente presente nell’atmosfera, farebbero
aumentare l'umidità media dell’aria soltanto dello 0,61 %. (9)
Questa percentuale è diversa da quella da me stesso erroneamente determinata,
per un banale errore, nella precedente relazione, la quale s’intende ovviamente corretta e integrata ed è ovvio che il suo valore
vero debba essere considerato compreso in un intervallo abbastanza ampio, dovuto soprattutto alle approssimazioni dei dati e alla
loro propagazione nei calcoli.
Viste così le cose dal lato dei valori medi, la situazione non sembrerebbe per niente allarmante, anche
perché il vapore acqueo nel suo ciclo medio di permanenza nell’aria tende normalmente a disperdersi ben oltre i confini francesi,
se non altro per effetto del vento.
Sennonché mi è lecito ipotizzare che, in certe condizioni di vento, temperatura, nuvolosità, umidità,
pressione e presenza di polveri in atmosfera, possa non eccezionalmente accadere che l’ingente vapore acqueo prodotto dalle centrali
si concentri anche solo parzialmente da qualche parte, fino a innalzare il livello di umidità relativa naturale e innescare precipitazioni
non sempre benefiche, ovvero inaspettati, improvvisi e dannosi temporali o nubifragi, di carattere anche alluvionale.
Queste ipotesi
mi sembrano confermate dai dati statistici dei disastri alluvionali che negli ultimi decenni si stanno verificando nel Centro Europa.
Il Sud della Francia, zona classificata storicamente come a bassa piovosità, sta paradossalmente soffrendo di fenomeni di auto-generazione
temporalesca. (10)
Mi è lecito ancora ritenere che l'intensificarsi di queste precipitazioni nel Centro Europa, scaricando oltralpi
la nuvolosità delle correnti provenienti dal Nord, riducano sensibilmente la piovosità in Val Padana, dove, nonostante i vari episodi
di disastrose inondazioni, negli ultimi decenni si registra una siccità generalizzata dell’ordine del 20 %, soprattutto nel Veneto.
(11)
Nel 2009, addirittura, sul Piemonte e sulla Lombardia ha piovuto il 50 % in meno con scarti negativi anche in Val D'Aosta. (12)
Per
quanto poi riguarda la ripercussione di quest’aumento di umidità sull'effetto serra, non tutti sanno che il principale responsabile
di quest’effetto è proprio il vapore acqueo, che incide per circa il 65% su tutte le altre componenti. (13)
Per quest’ultima
ragione, anche se il protocollo di Kyoto rivolge giustamente l'attenzione alle altre componenti meno incidenti percentualmente
sull'effetto serra ma con un ciclo di permanenza molto più lungo nell’atmosfera, non temo di ritenere che i disastri alluvionali,
l'aumento della temperatura e le variazioni del clima sul nostro globo ed in particolare sulla nostra Europa, siano, seppur anche
parzialmente, dovuti alle attività delle centrali nucleari, per l'effetto dell’ingente quantità di vapore acqueo che esse immettono "innocuamente"
nell'atmosfera.
Tutti i calcoli sono stati eseguiti con il foglio elettronico collegato, nel quale
chi lo desiderasse potrebbe divertirsi a sostituire i parametri secondo quanto gli sembrerà più giusto.
Riferimenti
(1) http://it.wikipedia.org/wiki/Centrale_nucleare
(2) http://it.wikipedia.org/wiki/Centrale_nucleare
(3) http://en.wikipedia.org/wiki/Nuclear_power_in_France.
http://www.meteovarese.net/Approfondimenti/Grandezze%20igrometriche.pdf
http://www.tempcoblog.it/152/come-funziona-una-torre-evaporativa-e-quanta-
acqua-consuma/
Il
“calore latente” è’ la quantità di calore che viene somministrata (o sottratta) a una sostanza per modificarne lo stato fisico, ma
senza alterarne la temperatura.
Per ottenere la massa m(H2O) che evapora in un secondo basta dividere la potenza “P” della centrale
per il calore latente “lambda”, ovvero m(H2O) = 2.333.333.333 / 2.260.000 = 1032 kg/s
(4) http://it.wikipedia.org/wiki/Torre_di_raffreddamento
(6) http://en.wikipedia.org/wiki/Nuclear_power_in_France.
(7) http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20090210080327AAFAdK2
(8) http://it.wikipedia.org/wiki/Ciclo_dell%27acqua
(9) http://www.meteorologia.it/didattica/basico/ciclo%20acqua.htm
http://www.meteogiornale.it/notizia/16135-1-gli-eventi-di-precipitazioni-estreme-del-
passato-in-francia-prima- parte
http://www.urbimlombardia.it/documents/relazioneGiuliacci.pdf
http://archiviostorico.corriere.it/2003/gennaio/05/Tra_siccita_inondazioni_2002_stato
_co_0_0301051237.shtml
http://www.venetoambiente.net/upload_teolo/agrometeo/fix/Mazzuccato%20.pdf
http://www.meteoabruzzo.com/content/view/22/72/
http://www.leccoprovincia.it/index.php/attualita/5524-il-2009-lanno-piu-piovoso-
del-decennio
(13) http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_serra
http://ec.europa.eu/environment/climat/campaign/pdf/gases_it.pdf
Questa
percentuale del 65 % è molto discussa e controversa ma il vapore acqueo viene generalmente considerato come responsabile per i due
terzi dell’effetto serra, anche se non manca chi afferma che questa percentuale debba essere spinta fino al 98%.